È un lavoro da maschi: il gender gap e le donne nel settore dell’IT

In Italia ci sono davvero poche donne che lavorano nel settore dell’IT e nel settore tecnico-scientifico in generale. Un sondaggio rivela che probabilmente il drammatico gender gap nella nostra penisola può dipendere molto da un’idea difficile da sradicare…

Sono una donna e so programmare in PHP. E a volte dico anche le parolacce.
Non sono una specie di Virago che fa pipì in piedi.

Sono una donna e lavoro nel campo dell’IT.
Se avessi un euro per ogni volta che mi hanno detto “Donna, torna in cucina”, adesso in cucina avrei Carlo Cracco che mi prepara le melanzane alla parmigiana.
Tra l’altro, non so cucinare manco un uovo fritto, quindi il massimo che posso fare in cucina è alzare il telefono e ordinare una pizza a domicilio.

Però so “fare i siti”, anche se sono una donna. E già questo, per molti uomini che ho incontrato, è una cosa abbastanza fuori dal comune. Anzi, ad alcuni ho detto che “faccio solo la grafica”; non mi andava di fare coming out e dirlo così, spudoratamente: “Sai, a volte quando nessuno mi vede, programmo pure”. Finisce che mandi in frantumi le loro ideologie.

Come quella volta che quel tizio mi disse: “E te lo fanno fare davvero, questo lavoro?”.
Le assicuro che non è vietato dalla legge, almeno fino ad ora. Mi sono informata.
O come quella cara signora che, quasi indignata, dopo il diploma mi mise di fronte alla dura realtà: “Ma cara, una donna come te non può fare mestieri come quello… tu devi scegliere Giurisprudenza, oppure Lettere!”
È anche grazie a persone come queste che nel settore dell’IT in Italia il gender gap è più che mai una realtà. Anzi, non solo nell’IT, ma in tutto il settore STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica).
Secondo uno studio di Netconsulting Cube, fin dalla più tenera età le ragazze sono indottrinate dai fautori del “è un lavoro da maschi”: circa il 30 % delle ragazze delle scuole superiori intervistate pensano che nel loro futuro possa esserci una facoltà scientifica.
Sapete quanti ragazzi invece sono orientati verso una facoltà tecnico-scientifica? Il 53 %.
E sapete che percentuale di ragazze sogna un ruolo dirigenziale nel settore IT?
Il 2.

Il primo che dice “Sì, perché le donne sono naturalmente più portate per le discipline umanistiche!”, gli tiro dietro il mio libro di Diritto Civile.
Dalla ricerca emerge che il 21% dei ragazzi viene spinto dalla famiglia verso discipline tecnico-scientifiche, mentre solo il 12% delle ragazze viene indirizzato in questo senso.

“È un lavoro da maschi”, certo, perché da sempre ci fanno credere che non siamo adatte per farlo. Perché ci hanno sempre detto che la scelta era tra un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, o un bracciale. Perché un’azienda che cerca un receptionist, ça va sans dire, dà assoluta preferenza alle candidate di sesso femminile. Perché “Barbie ingegnere informatico” ha bisogno dell’aiuto di due colleghi pene-dotati per rimuovere un semplice virus.

Ci vuole un gran bel coraggio ad essere donne.
Buon 8 marzo, bimbe. Non smettete di sognare in grande.

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Ciriciao gente!

Enza