Il documentario di Netflix “The Social Dilemma” ha risvegliato negli utenti dei social network la paura di esserne controllati ed essere vittime di una “intossicazione digitale”. E tu che ne pensi del digital detox?
Ma controlliamo i social, o siamo controllati dai social?
Questa domanda me l’hanno fatta non so quante volte. E dopo l’uscita del docu-film Netflix “The Social Dilemma”, la preoccupazione è cresciuta.
Lo scenario proposto dal film è catastrofico: persone “zombificate” dallo smartphone, masse pilotate nelle loro scelte politiche, ragazzi in crisi d’astinenza dal web come eroinomani all’ultimo stadio.
Ma come stanno davvero le cose? I social sono strumenti del demonio? Dobbiamo imbracciare i forconi? Prima di cominciare a riempire le molotov, facciamo il punto della situazione e cerchiamo di guardare alla vicenda con razionalità ed obiettività.
Il popolo del web ha amato da subito il mondo dei social, gettandovisi a capofitto e, spesso, senza molto senso critico. Ma dopo una lunga fase di “innamoramento”, stanno cominciando ad emergere i primi dubbi.
La prima incrinatura sulla superficie luccicante del mondo social è stata la gestione della privacy e, ancor di più, l’uso “spericolato” dei dati personali, sfruttati senza pietà per scopi di profilazione e marketing, a volte senza che gli utenti avessero ben chiaro cosa stava accadendo.
La crisi si è acuita quando non è stato più possibile ignorare il fenomeno delle fake news. Quando ormai i buoi erano scappati, Facebook, Twitter & Co. hanno cercato grossolanamente di chiudere la stalla, annunciando dei provvedimenti più o meno efficaci per segnalare e cancellare il prima possibile i post che diffondessero notizie false o fuorvianti.
Ma il vero punto di rottura sta arrivando ora: ora che gli utenti, più che per la privacy, sono preoccupati per la propria salute mentale.
I social riescono sempre più spesso a manipolare le nostre scelte, le nostre preferenze, la nostra percezione del mondo. Non riusciamo a farne a meno, non riusciamo a “staccare”, non riusciamo a ignorare la notifica.
La risposta più saggia, quella che va adottata di fronte a qualunque “dipendenza”, è tentare di disintossicarsi:
- si moltiplicano i luoghi e i locali “smartphone free”
- ci affidiamo a tecniche ed iniziative di digital detox
Ci tengo a segnalarti quella del mio amico Virginio De Maio, che si è messo alla guida di “Filmatrix OFF”, per impegnarsi tutti contemporaneamente a “spegnere” del tutto gli smartphone (e non solo) per un solo giorno, il 1° novembre 2020, per generare consapevolezza negli utenti e nei gestori dei servizi sul web
- qualcuno opta per la chiusura definitiva di uno o tutti gli account sui social media
Prima che pensi alle soluzioni più drastiche, vorrei farti riflettere: perché privarti del tutto dei social, e quindi anche dei loro effetti benefici?
- I social media permettono di creare e mantenere una rete di colleghi, collaboratori, contatti di lavoro, insomma sono una modalità di networking estremamente comoda ed efficace.
- I social network possono essere un alleato prezioso per tenersi informati, soprattutto sulle novità del tuo settore professionale.
- Se sei un imprenditore o un libero professionista, una strategia di social media marketing è essenziale, e supportarla con una presenza attiva sul social media è ancora più utile per costruire un solido branding.
Perché rinunciare del tutto e senza appello alle possibilità che questo mezzo ti offre? Anziché perderti a guardare video di gattini, lasciare commenti al vetriolo sui post politici e controllare ossessivamente le quotazioni del fantacalcio, non sarebbe meglio usarli in maniera più coerente e con una precisa finalità?
Non posso darti consigli “medici” per superare la dipendenza da social, né formule miracolose per usare i social nel modo “giusto”.
Posso solo dirti che, per non ammalarsi di social network, occorre avere i giusti anticorpi. E, se vuoi, ti dirò come faccio io ad evitare l’“intossicazione digitale”.
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