Vuoi comparire primo su Google? Fermati un attimo. In questo articolo scoprirai cosa c’è davvero dietro i primi posti nei risultati di ricerca, quali verità (scomode) nessuno ti dice e perché, forse, non sei ancora pronto per affrontarle.
Come si fa a comparire primi su Google? Come hanno fatto quelli che, qualunque cosa cerchi, qualunque chiave di ricerca inserisci, da “pizza a domicilio Vigevano” a “critica della ragion pura” sono lì, solidi e intoccabili, in cima a tutto il resto?
Sì, ok, ti hanno detto che la SEO può farti guadagnare quel fatidico primo posto, e magari ti ha anche chiamato al telefono il signor Google in persona dicendo che per la modica cifra di 599 euro più IVA ti farà “uscire primo” e anche secondo e terzo.
Ma qual è la verità?
Ti faccio una piccola premessa “tecnica”. I risultati di Google si dividono in 2 tipologie:
1. risultati sponsorizzati
Questi sono i risultati sì attinenti alla tua ricerca, ma frutto di una campagna pubblicitaria a pagamento (contrassegnati da “Sponsorizzato”).

Nell’esempio della foto, Mario Rossi e BraviBravi hanno pagato una campagna pubblicitaria di Google Ads per comparire nella prima pagina con determinate chiavi di ricerca. Quindi, quando cercherai alcune parole chiave che sono state individuate preventivamente da questi due inserzionisti, se hanno investito abbastanza soldi per la campagna pubblicitaria, ti compariranno loro, indipendentemente da quanto il loro sito web sia utile o ottimizzato per i motori di ricerca.
2. risultati organici
Questi sono i “veri” risultati di Google e non è possibile pagare per conquistare le prime posizioni.

Nell’immagine il primo risultato è l’inossidabile Salvatore Aranzulla (per la cronaca: il suo post è obsoleto e alcune delle cose in esso descritte non sono più valide. Perdonami Totore, sono ancora una tua fan).
Salvatore non ha pagato per comparire primo, ma ha usato una decennale e certosina ottimizzazione per i motori di ricerca.
Ma cosa c’è dietro le quinte? Cosa succede quando scrivi la tua ricerca e premi invio? E, soprattutto, come conquistare quel posto?
Google individua i migliori risultati per le parole che hai inserito nella barra di ricerca in base ad una serie di criteri.
Una parte di questi criteri sono strettamente tecnici e hanno a che vedere con lo sviluppo del sito web: è nel codice del tuo sito che devono essere “scritte” delle istruzioni che agevolano Google nella lettura delle pagine web, e Google per questo ti premierà.
Un’altra parte, abbastanza sostanziosa, è legata alla performance e all’usabilità del sito web: sono premiati i siti veloci, facili da navigare, ben leggibili da tutti i dispositivi.
Altri criteri sono inerenti alla ricchezza e chiarezza dei contenuti del sito, nonché la frequenza degli aggiornamenti. In pratica, come non mi stando mai di puntualizzare, bisogna apportare valore e utilità agli utenti che ci leggono: scrivere testi interessanti, aggiornare di frequente il blog o la sezione news, scrivere qualcosa che val la pena di essere letto. Da utenti in carne ed ossa, non da Google.
Infine, conta molto l’autorevolezza del sito web: ad esempio il sito viene premiato se riceve molti link da altri siti con lo stesso argomento. Di contro, viene penalizzato se riceve link da siti di dubbia reputazione, come ad esempio i “venditori di link” o gli “scambiatori di link”
Qual è l’elemento in comune tra i 2 tipi di risultati? Le parole chiave!
“Essere primi su Google” è una frase che non vuol dire assolutamente niente.
Quello che vuoi è “essere ai primi posti per determinate parole chiave che ti interessano”. Ad esempio, se vendi pizza a Vigevano, non ha nessun senso comparire primi per le ricerche su Immanuel Kant, no?
Per comparire nei primi risultati per le parole chiave che ti interessano occorre una strategia SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca): un esperto esaminerà il tuo sito in base ai criteri che ti ho illustrato qui sopra, interverrà per migliorarli ed elaborerà una lista di parole chiave “papabili” da utilizzare nei tuoi contenuti per iniziare a scalare posizioni quando un utente le ricerca.

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Non sempre è possibile elaborare una strategia per le parole chiave “semplici”: ad esempio è complicato comparire nei primi risultati per “pizza” perché quei posti sono presi da siti creati da più tempo, con più contenuti, con più link in entrata da parte di altri siti, oppure semplicemente marchi molto famosi e “istituzionali”.
In quel caso, una corretta strategia SEO si concentrerà su parole chiave più lunghe, più elaborate, più simi a frasi, che vengono chiamate “long tail keywords” (“parole chiave di coda lunga”): il sito riceverà meno clic dai motori, ma molto probabilmente saranno tutti utenti estremamente interessati all’argomento di quelle pagine.
Ad esempio: se un utente cerca “pizza a Vigevano”, in cima ai risultati probabilmente comparirà uno dei tuoi competitor. Ma in fondo chi se ne frega? Comparirà in cima ad una lista infinita di pizzerie tutte uguali, e riceverà un sacco di clic. Molti degli utenti molto probabilmente cliccheranno sui primi 3, 4 risultati e poi… andranno al solito kebabbaro sotto casa.
Se invece sforni delle ottime pizze senza glutine e senza lattosio, con ingredienti bio a km zero, non sarebbe meglio comparire primo per la parola chiave “pizza bio senza glutine e lattosio a Vigevano”?
Riceverai mooooolti meno clic del tuo competitor che compare primo… ma tutti quegli utenti sono celiaci o intolleranti al lattosio e molto probabilmente buona parte di loro verrà da te!
Insomma, potrebbe essere una buona idea per il tuo sito rivolgerti a un professionista ed investire per pubblicizzarlo sui motori di ricerca, in modo da raggiungere più utenti interessati. Le campagne pubblicizzate hanno immediati risultati (l’annuncio pubblicitario compare appena si apre la campagna) e l’investimento non è altissimo.
Un’idea ancora migliore sarebbe la creazione di una strategia di SEO ad hoc per il tuo sito web. La SEO richiede costanza e pazienza e potrebbero passare diversi mesi prima di vedere i primi risultati. È un impegno da portare avanti durante tutta la vita del tuo sito web, certo, ma alla lunga dà grossi risultati, in quanto, dopo un piccolo investimento iniziale, non richiede investimenti costanti (mentre sulle sponsorizzate nell’istante stesso in cui chiudi la campagna… l’annuncio scompare e sprofondi nuovamente nelle ultime pagine…)